giovedì 1 dicembre 2011

B. got lost!

Vorrei poter scrivere qualcosa che vi lasci senza fiato.
Vorrei, con una sequenza di numeri binari nero su bianco, riuscire a creare per voi un mondo meraviglioso, in cui tutto funziona come desiderate.
Vorrei trovare quel bottone, nascosto da qualche parte dentro ognuno di noi, che vi aiuti a rilasciarvi e a far scattare la molla che vi dia la forza di alzarvi ogni mattina.
Ma non ci riesco. Io per prima mi ritrovo senza spinta. In panne in mezzo alla mia vita: viale deserto in cui l'unica persona che mi è a fianco, il mio compagno di cammino, non può nulla per sistemare il guasto.
Perché non dipende da lui. Questo la Carrozzeria Orso non lo può sistemare. Questo devo farlo io.
Chiave inglese alla mano, devo riuscire a riavvitare i pezzi e a mettermi in marcia.
Non si tratta di disperazione o di problemi, semplicemente di un dubbio enorme che a volte mi stordisce e mi lascia smarrita: dove sto andando?
E dire che mi credevo assolta dalle mille domande simil-filosofiche che mi tormentavano, tipo romanzo settecentesco.
Invece una sera, guardando la pila delle traduzioni da fare, mi sono chiesta come mai non trovassi il tempo per lavorarci su, come mai non sentissi mai la spinta a fare di più, del mio meglio.
Mentre Orso si tuffa a capofitto nel lavoro e cerca sempre di dare il meglio di sé, io fisso il foglio bianco che è la mia vita, non sapendo bene come iniziare a scriverci sopra. E scriverci cosa?
La cosa strana è che non mi sento indietro rispetto a lui, non ho l'ansia di raggiungerlo. Sono solo triste nel vederlo al margine della strada, che mi osserva preoccupato, mentre io cerco di individuare il guasto al mio motore. Mi dispiace di farlo preoccupare per me. È così dolce.
Se soltanto avessi preso una mappa alla partenza, se soltanto avessi fatto delle scelte coscienti e oculate.
Invece, il mio astigmatismo ipermetropico si è esteso alla mia mente, non riesco a mettere a fuoco certe cose e non riesco a trovare l'intervento refrattivo che faccia al caso mio.
Ho mosso dei passi inerti e indifferenti nella direzione in cui andavano tutti, senza chiedermi quale fosse la mia uscita. Tempo niente mi sono ritrovata su un'autostrada diretta non so dove, con un paesaggio che mi lasciava incerta e ansiosa.
Adesso che mi ritrovo lungo una strada in cui ci si può fermare di lato, eccomi qui con le mani ai capelli, che mi maledico per non averci pensato prima, per non aver lasciato delle molliche di pane, non aver segnato un nome, un indirizzo, non aver capito dove stavo andando e come tornare indietro.
Sicuramente la vita è un senso unico, quindi di tornare indietro non se ne parla, ok. Ma allora dove proseguo? Vado bene di qui? Qualcuno mi può rispondere? Sapete quanto disti la mia meta? Sapete qual è?
Io non lo so e non lo sto scoprendo. Orso non me lo può dire perché ci sono io al volante della mia esistenza. Lui mi può consigliare un'uscita, ma non può certo aggrapparsi al volante e dirmi dove devo condurmi.
A volte vorrei avere il pilota automatico.

martedì 27 settembre 2011

B. vintage

His Masters Voice Grammophone
Grazie a Sander per avermi permesso di usare la sua foto. Di seguito, il link alla sua Pagina Flickr (carinissima, tra l'altro) / Thanks to Sander, for letting me use his picture. Here is the link to his (very cool indeed) Flickr Page : Sandercw's Flickr
Era un luminoso sabato mattina di settembre. La signorina B. e il gentiluomo che la teneva sottobraccio, disquisivano amabilmente, assaporando i primi segni dell'autunno.
Giunti vicino a un portico, la signorina, con una dolce pressione sul braccio del suo accompagnatore, deviò il loro tragitto verso quello che aveva tutta l'aria d'essere un delizioso mercatino.
- Oh, guardate, sir Orso! Un piccolo mercato delle occasioni. Vi va di dare uno sguardo? Chissà che finalmente io non riesca a trovare un secrétaire per mio padre.
Suo malgrado, sir Orso accettò. Dopotutto, era pazzo della signorina B., della sua fresca dolcezza che sembrava spazzare via ogni suo malumore.
- Ebbene, sia. Ma vi avverto che non ho alcuna intenzione di mercanteggiare coi venditori.
- Accetto! Non farò appello che al vostro buon gusto.
Sugellato il patto, i due giovani si diressero verso le bancarelle dove, destreggiandosi tra vecchi paralumi,  medaglie nostalgiche e cammei recuperati chissà da quale polverosa soffitta, si trovarono innanzi a un meraviglioso modello di grammofono, in ottone e legno, della Gramophone Company.
- Guardate che meraviglia!! - La signorina B. aveva pronunciato queste parole in un impeto di entusiasmo e gioia, incollando sul marchingegno un paio d'occhi voluttuosi.
La proprietaria della bancarella, fiutando una possibile vendita, scivolò accanto all'apparecchio, iniziando a decantarne la pregiata fattura.
- Si tratta di ottone lucidato, guardate: neanche un graffio.
- Ma funziona bene?
- Il disco è già inserito. Basta soltanto dargli corda, ruotando questa splendida maniglia in ottone, anch'essa lucidata e sentirete che suono!
Non appena la signora fece scattare la leva che bloccava il disco, i nostri giovani amici vennero inebriati da un malinconico pianoforte, accompagnato da violini e dall'armoniosa voce di una cantante francese.
- Quale meraviglia - esclamò la signorina B., battendo le mani entusiasta.
- Devo ammettere di trovarmi pienamente d'accordo - convenne sir Orso.
Fu proprio in quel momento che uno stranissimo suono metallico si impose sulla dolce voce francese.
- B.?
- Sì sir Orso?
- O.o ?!
- Mh?
- Guarda che ti squilla il cellulare.
- Eh?!
- Il cel-lu-la-re!!

Quel bellissimo grammofono in legno e ottone lucidato mi aveva portata indietro nel tempo e lì aveva risvegliato dolci sensazioni dal sapore antico. Lovogliolovogliolovoglio!!

venerdì 23 settembre 2011

B. relative!

Ogni qual volta accade qualcosa di significativo, siamo sempre pronti a giurare che quel giorno eravamo mossi da una forza magnetica, misteriosa e avvincente. Che qualcosa dentro di noi ci diceva, inesorabile, che sarebbe accaduto qualcosa.

Assurdità.

Questa mattina, appena giunta col treno da Bananaville delle 8:27, rinvigorita da un'arietta impertinente e gaia, mi sono diretta comme d'habitude verso l'uscita. Ma, improvvisamente colta da una strana sensazione, mi sono arrestata e ho meccanicamente volto lo sguardo verso l'edicola. Ho sentito lo strano impulso di acquistare un quotidiano.
Ancor più strano è il fatto di aver iniziato a leggere il giornale mentre m'incamminavo lungo il viale alberato.
Ed eccolo, il motivo del mio acquisto mistico: un trafiletto dal titolo La scoperta del neutrino più veloce della luce, segue a pagina 31. Certo, potrebbe essere un risultato errato, bisognerà ripetere l'esperimento, ma pare che l'impossibile sia diventato possibile: esiste qualcosa di più veloce (di qualche nanosecondo) della luce , parola di pagina 31!!

Improvvisamente sono pervasa da una sensazione di allegra potenza. Secondo Einstein niente può essere più veloce della luce, ma tutto è relativo... quindi anche la sua affermazione non può essere assoluta, o nulla sarebbe relativo. E se tutto è relativo e un neutrino va alla velocità della luce e lode, tutti i miei limiti mentali possono essere infranti. Posso a mia volta essere una neutrina B. e dimostrare ai mostri einstanici della mia mente che posso abbatterli, superarli, guardarli dall'alto della mia potenza e briosamente ignorarli.
Oh sì, oggi è un giorno magico. Era destino che in questo momento della mia vita io leggessi quell'articolo, camminando sul viale della stazione con gli occhi incollati a quella pagina provvidenziale.

Strano come finalmente mi sia giunto uno spunto per riprendere a scrivere questo blog. Non che mi mancassero gli argomenti, ma mi sentivo intrappolata in una morsa creativa che mi esigeva per sè stessa soltanto. Distratta da tutte le mie considerazioni su questo strano e importante momento della mia vita, non riuscivo a riordinare le idee per decid... MA CHE IMPORTA!? Siamo più veloci della luce. Al momento il mio team di esperti è irreperibile, ma sono certa che anche noi siamo composti da neutrini, quindi anche noi potremo viaggiare oltre la lampada, oltre le paure, oltre i sogni.

E pronunciando queste parole B. chiuse gli occhi e si abbandonò alle più fantastiche elucubrazioni neutrine.


venerdì 17 giugno 2011

To my bee

Mio padre mi esortava sempre a guardare dritto davanti a me quando camminavo.
Purtroppo per lui, su di me ha esercitato un fascino più accattivante il consiglio di Paulo Coelho: camminare pianissimo e perdersi nei piccoli particolari che solitamente non notiamo.
Molte volte il mio viso è rivolto al cielo, agli alberi, alle nuvole, alle radici degli arbusti saldi e rassicuranti.
I miei occhi sono stati compagni di viaggio di foglie che decidevano di saltare, che era arrivato il momento di staccarsi dal ramo. Cadere ai miei piedi. Un tuffo nel vuoto.
A volte mi diverto a evitare le coscienziose formiche che vagano sperdute e affaticate.
Oggi, mi sono trovata a fissare il bordo del marciapiede e così, per caso, ho notato una dolce apina che piano piano, calma calma, si avvicinava al bordo.
Cicciottella e colorata, chissà cosa pensava di trovare oltre il marciapiede.
E chissà cos'ha sentito mentre un piede femminile decideva di deviare il suo percorso per schiacciarla.
Una danza macabra in cui il passo si allontana dalla linea dritta che stava disegnando e si posa con intenzione, con sufficienza e facendo spallucce, su una piccola vita che, piano piano e calma calma, voleva scoprire cosa ci fosse oltre il gradino.
Cara dolce apina. Oggi ho imparato che la cattiveria si nasconde anche sotto una scarpa di tela.
Non c'era alcun motivo perché tu venissi schiacciata, eppure adesso sei ancora lì, a un pelo dalla fine del tuo viaggio, appassita.
Mi dispiace che non saprai mai cosa ci fosse oltre il gradino. Mi dispiace che quando le scarpe hanno una scelta, decidono di schiacciare i più piccoli. Mi dispiace che nessuno sembri vivere lasciando vivere.
Apina bella, per quel che può valere, non te ne sei andata nell'indifferenza. Qualcuno oggi ha pianto per te e ha provato disgusto per quel gesto.
Le ho chiesto perché, ma non mi ha degnata d'uno sguardo. Ha continuato per la sua strada, con la tua ala spezzata sotto la scarpa.

giovedì 26 maggio 2011

Scrivi qualcosa

Qualcosa...
...da scrivere ce l'avrei anche. Sono piena di post-it mentali che trovo ovunque, anche sotto il cuscino.
Vengo trafitta, fulminata, circondata arrentidiemaniinalto da un sacco di idee. Queste ultime, da brave idee italiane però, non rispettano la fila, si sparpagliano tipo gregge ruminante in ogni angolo della testa e per B. pastorella indifesa è molto difficile raccoglierle in ordine e disciplina.
Non sapete quanto vorrei avere delle idee britanniche, keep right e mind the gap! Invece mi tocca il tricolore confusionario che tanto ci piace e tanto amiamo (finché non ci si rigira contro, bruttoecattivo, quando siamo alle poste, habitat dell'affascinante animale "scusi, devo solo chiedere un'informazione e già che ci sono spedisco cinque raccomandate e pago tre bollette, grazie").
Bel posto, le poste e telegrafi. Ci vado quando ho voglia di giocare a rubabandiera.
Numeroooo.... A79! Vinci se arrivi allo sportello prima che la signora dietro il vetro anti-sommossa ripigi il pulsante che dà alla vecchietta agguerrita che aspetta ai box, il diritto di piazzarsi lì davanti a raccontare di come la nipote stia male e abbia mandato lei, chenoncicapisceniente, a ritirare una raccomandata.
- Signora, scusi, c'ero prima io, vede? Ho il numero A79, lei è A80.
- Eh, A80, sono io. Devo ritirare una raccomandata.
- No, c'ero prima io. La signora dietro il vetro qui presente ha pigiato il numero del turno troppo velocemente.
- Mia nipote sta male, sa? Il dottore dice che è una laringo-tracheite e sono venuta io a ritirare la raccomandata.
- >_> eh,  mind the gap!
- Come?
- No niente, cose mie.
- Devo ritirare una raccomandata.
- ...
Ci fosse MAI una volta in cui l'impiegata mi viene in soccorso, ribadendo il mio diritto allo sportello. No, in quel momento ha deciso che è più importante cercare di toccarsi la punta del naso con la lingua.
Insomma, devi essere un ghepardo e avere già tutto pronto, perché, se beddamatrimaria hai dimenticato qualcosa, vai in prigione e salti due turni, a meno che non tiri il dado e ottieni il sei.
Bel posto le poste.

sabato 16 aprile 2011

B.rthday girl

Il tempo è relativo.
Cerchiamo di imprigionarlo in casse meccaniche lancettamunite, ma è un'utopia. Esiste solo per alcuni, corre per altri e per molti si è fermato.
Oggi è il mio compleanno.
Per la prima volta non mi importa affatto quanti anni compio. Mi è importato di più con chi ero.
Ho dato il benvenuto al nuovo numero insieme a delle persone meravigliose che mi hanno commossa con la loro semplicità, la loro bontà e il loro cuore enorme.
Sono arrivate come la manna dal cielo per infondermi nuovamente fiducia nel prossimo.
Mi hanno teso la mano e mi hanno accettata incondizionatamente.
Mi hanno regalato la loro gioia e i loro meravigliosi sorrisi.
Grazie amiche care, per avere mantenuto la promessa fattami e per avermi riportata a casa in cariola.
Grazie per Testosti, per le foto dolcissime, per l'album che avete fatto a mano per me, per il simpatico barista...
Se siete riuccite a entrar en questo ccuore, vuol dire che ssiete las ragazzas migliores di tuto el mundo.
Vi voglio bene: Francesca, Sabrina, Sara, Giovanna (per gli amici Franco), Raffaella e Calimero. Mi avete regalato un compleanno meraviglioso e divertentissimo.
Grazie anche a te, fotografo d'occasione, che è stato incastrato dall'autoscatto di El... Sabrina.
Grazie a Machipizzol? che però, mannaggia alla peppa, è dovuta andare via prima perché non aveva gli appunti per il concerto.
È doveroso un abbraccio koala a Sabrina, che mi ha resa bellissima a discapito della sua calma mentale; che mi ha fatto un regalo patatosissimo e commovente e che mi ha fatto conoscere la nonna più patatina del mondo.
Abbraccio Koala anche per Raffaella, che ha preso il treno e il sac-à-poil solo per me. Sei il mio cannolo preferito.
Koala anche per Giovanna/Franco che mi ha offerto mezzo lettino Ikea e qualche vertebra, nonché la cervicale. Te adoro!
Dimeticavo di ringraziare Cammela e Margherita comelapizza, che mi hanno lanciata a tutta velocità nel mondo dell'euforia e grazie ancora alle mie dolci e care amiche, per avere aspettato a braccia aperte il mio ritorno.

Hasta la patatosità, siempre!

P.S. mi sei mancato tantissimo, Mmitico Matthew!

sabato 26 marzo 2011

B. on time! vol. 2

B. on time!

Ciao, B. affezionati!
Oggi, dalle 20:30 alle 21:30, in tutto il mondo si spegneranno le luci delle capitali e di moltissimi monumenti. Ho deciso che parteciperò anche io, in quanto monumento alla patatosità. Ho già le mie candele pronte, per quella che sarà un'ora intensa e piena di emozioni.
È una buona idea, che non costa niente e che vi riempirà il cuore di gioia e di speranza, ve lo garantisco.
Fatelo per voi, per noi, per la terra.
Spegniamo la luce, accendiamo la coscienza!



Se state leggendo questo post fra le 20:30 e le 21:30 del 26 marzo... SE VERGOGNE !!!

domenica 20 marzo 2011

B. aware!

Dovete assolutamente leggere questo articolo di Mimmo Lombezzi sul sito de Il Fatto Quotidiano.
È toccante, sconvolgete e necessario per ricongiungersi al lato umano di ciò che sta accadendo nel mondo, di ciò che vi è accaduto.
Le notizie sensazionali che un po' giocano sulle paure di noi comuni mortali, spesso tralasciano la delicatezza e il rispetto. A volte sembra di vivere in un mondo di strilloni da strada.
Veniamo costantemente bombardati da notizie sul qui e ora, che ben presto dimentichiamo. Ho apprezzato molto l'umanità di questo articolo e la profondità dell'autore, che sembra aver davvero riflettuto sugli avvenimenti di cui parla.
Ha lasciato il segno, ha toccato molte delle mie corde spirituali lasciandomi affranta, ma pervasa da un senso di determinazione a non cadere nell'indifferenza.
Mai come adesso ho sentito di appartenere a questo mondo, di esserne figlia e sorella, di volergli bene e di sperare per noi tutti che, prima o poi, le coscienze si risveglieranno.
Ci voglio credere. ^_^

martedì 15 marzo 2011

B. GREEN!

Cito dal sito del WWF:
A meno di elezioni politiche anticipate, tra il 12 aprile ed il 12 giugno gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi su tre referendum abrogativi che riguardano la privatizzazione dell'acqua e il ritorno del nucleare (BRUTTOECATTIVO, aggiunge B.).

Trattandosi di referendum abrogativi, saremo chiamati a pronunciarci sull’eliminazione di parti di normative nazionali vigenti. Volendo quindi abrogare una norma, alle domande riportate sulle schede si dovrà rispondere “SI'”. Va ricordato che, perché il referendum sia valido, è necessario che si rechino ai seggi il 50% più 1 degli aventi diritto al voto. Si tratta di un obiettivo difficile che negli ultimi anni non è mai stato raggiunto per gli altri quesiti referendari proposti. È comunque un obiettivo possibile perché i temi proposti riguardano la vita di tutti noi. Ne è prova l’enorme interesse che abbiamo colto nelle italiane e negli italiani che hanno affollato i banchetti per la raccolta delle firme, nonostante il generale silenzio da parte dei mezzi di informazione.
WWF Italia - Adesioni Sì, fermiamo il Nucleare

Quindi votiamo SÌ ai 3 referendum perché SÌ, SIAMO CONTRARI AL NUCLEARE BRUTTOECATTIVO E SÌ, LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA È BRUTTAECATTIVA PURE LEI!

Crediate di poter fare la differenza! Fatelo per voi, per me e per la patatosità! ^_^
DDAIIIIIIIII!!


Per approfondire:
Campagna referendaria L'acqua non si vende
WWF Italia - Referendum 3 SI' per il Pianeta
WWF Italia - Energia nucleare

mercoledì 9 marzo 2011

B. ready

La responsabilità ha bussato alla mia porta.
Ho sobbalzato, mi sono diretta lentamente all'ingresso. Avevo le mani fredde e sudaticce.
Ho tolto il chiavistello con lentezza meccanica, ho afferrato la maniglia imperturbabile e crudele. Dapprima ho esitato, poi l'ho ruotata con flebile presa.
Non ero pronta.

domenica 20 febbraio 2011

B. O.K.

Oggi la giornata profuma di pulito, di chiarezza, di dolcezza.
La luce è silenziosa, i pensieri cristallini.
L'acqua è più fresca, le lancette più lente.
Il sole è timido, l'universo è nel mio petto.

sabato 19 febbraio 2011

Le miaou!

Scusascusascusascusa!!!
"Meh"
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!
"Meh meh"
Ma non lo sapevo neanche
"Prau"
Grazie!!
Prr prr prr

Abbiamo fatto pace.

L'altro ieri, 17 febbraio era la festa del gatto e B. non ne aveva assolutamente idea! È stata la Patazia associata (poi vi spiego) a farle una doccia fredda con queste parole in gmail:


P.s. A proposito di mici amici,ieri era la festa del gatto...miaooooooooooo....quindi tanti augurozzi ai nostri micioni^.^!!!!


Una mia amica mi aveva affidato un gatto che mangiava soltanto croccantini super costosi, faceva la pipì soltanto sullo sparecchiatavola della stanza da pranzo e si limava le unghie sul divano Luigi XV, mangiando poi le frange dei cuscini. Un vero gatto, insomma.
Un giorno, con la lista della spesa compilata dal gatto-despota (meow raccomando, questa volta prrrrrreferirei soltanto carne biologica di pollo), mi recai nel negozio animalesco dietro casa. Fra i barattoli di delizia al tonno e le lettiere profumate alla lavanda (che di tutto profumano, tranne che di lavanda), intravidi una specie di cavia tutta bianca impegnata in una lotta all'ultimo sangue contro un mocho balordo.
Mentre il mocho esultava vittorioso, chiesi informazioni alla commessa: "L'ho trovato un mese fa, chiuso in un sacco dei rifiuti, quanto miagolava, poverino. Ma come si fa, dico io, a gettare via un micetto?"
Già, come si fa?
Tornai a casa con il pollo bio e i croccantini per mici in una mano e Mignolo nell'altra, stretto al petto.
In questi 5 anni ho imparato che l'amore non conosce specie e che non è affatto vero che i gatti sono esseri egoisti e opportunisti. Non si spiegherebbe, altrimenti, come mai ogni volta che torno a casa dopo mesi, lui mi salti in braccio, facendo le fusa per tutta la sera, nonostante abbia il piatto pieno di pappa e altri ottocento miliardi di posti molto più comodi (vedi il Luigi XV) su cui stare.
Anzi, trovo la filosofia micia un ottimo esempio d'amore: i gatti ti insegnano a rispettare gli spazi altrui, a lasciar libero l'altro e a concedergli momenti di isolamento. Ti impongono di limitare l'eccessivo attaccamento e le coccole sfrenate e soffocanti. Ti aiutano a capire quando bisogna essere altruisti e quando bisogna dedicarsi a sé.
Auguri, micione! Grazie per tutto l'affetto, i graffi, i meh meh, le coccole e il conforto che mi hai dato in questi 5 anni. Grazie anche per avermi spinto a scrivere un post che non leggerai mai, ma che mi dimostra quanto sia speciale la vita con te.
Ti voglio bene, prr prr!




lunedì 14 febbraio 2011

B. in love!

È proprio così: il mio San Valentino nei suoi ultimi minuti... più o meno.
Arriviamo sempre in ritardo o in anticipo, io e te, vero?
Ci incontriamo all'alba o al crepuscolo. Chiacchieriamo al buio e ci osserviamo al sole.
Il nostro amore è come la macchia di caffé che mi hai lasciato sul cappotto e che non voglio lavar via.
Siamo in quella macchia, camminiamo vicini, camminiamo con l'oceano.
Ogni tanto prendo la tua chitarra e accarezzo le corde... long... afloat...
Siamo in quel saluto che ci scambiamo la mattina dalla finestra, girati, guardami, ti amo.
Siamo nell'acqua che scorre in quella doccia, nei baci salati fra le lacrime.
Siamo oriente e occidente, il giorno e la notte.
"Notte notte, stella!" "Giorno giorno, stello!"
Siamo agli angoli dello stesso sorriso, un'altalena.
Siamo nell'ultima ciliegia che mi lasci sempre mangiare e che io spezzo a metà.
Lo so, a volte mangio anche quella... ma sono ciliegie, capiscimi!
Sì, mi capisci, anche quando io mi sfuggo. Non riesco mai a nasconderti niente. mmmMMMMMMmmm
Siamo in quel lento che abbiamo ballato in cucina, in silenzio.
Siamo nel gesso della tua gamba sinistra. Piedino!
Siamo nello stesso cuore, nello stesso momento, nella stessa alba, nello stesso tramonto.
Siamo quest'ultimo minuto di San Valentino. Che ci frega?
Tanto domani ti amerò più di oggi, meno di domani.

I choose you!

giovedì 10 febbraio 2011

B. Philosophical!

A volte ho come l'impressione che la vita sia quel piccolo fastidio che ti disturba mentre sei occupato a fare altro.
Quel suono confuso che non riesci a distinguere. Il rumore che ti fa vagare per casa a controllare ogni elettrodomestico con sguardo da chirurgo. "No Signor Frigo, sta bene, è solo un raffreddore".
Altre volte mi sento come se fossi seduta su un treno e gettando lo sguardo distratto al treno di fronte, ci vedessi qualcosa che potrei definire vita, pronto ad andare nella direzione opposta.
Altre volte ancora, succede che la vita lasci le persone che hai amato e tutto quello che ti resta sono domande e rimpianti. Eterni 'perché' che si preparano ad accompagnarti ovunque andrai. Il sorriso nella foto di un volto che non rivedrai mai più.
Ma poi, quando lasci cadere le braccia rassegnate, ecco che una manina, così piccola da sembrare finta, ti stringe il dito e ti assicura che la vita ce l'hai davanti, dentro, tutta intorno. Che la vita sei tu e che non conta nient'altro.
Ti ho amata fin da quando mi hanno detto che saresti arrivata, ti ho aspettata cercando di immaginarti, di darti una voce, un nasino, due occhi. Ti ho attesa con calma, con impazienza, con euforia, con distacco (quando dormivo). Non appena ho sentito il battito del tuo cuoricino ho avuto la certezza che non esisterà mai melodia più perfetta.
Sei arrivata in tempo per salvarmi da me stessa e per questo ti sarò sempre grata.
Benvenuta, piccola mia.


martedì 11 gennaio 2011

Trasposizioni

Dannazione! Si sta avvicinando, pensa Jack mentre corre a perdifiato lungo Broadway. 
"Dai dai dai, Fulton Fulton Fulton!! Dai... cazzo!". Gli sembra che ci vorranno secoli per raggiungere la fermata della metro. 
Avanzando, ormai per inerzia, raggiunge l'incrocio con Dey Street e si lancia giù per le scale, spintonando chiunque gli blocchi il passaggio. Anche l'anima che lo segue fa lo stesso, provando fastidio per l'improvvisa prestazione fisica e per la fondina della pistola, troppo stretta intorno alla spalla sinistra.
Cazzo, cazzo!! Le porte del 4 si stanno per chiudere, CAZZO! pensa Jack mentre con un balzo oltrepassa le porte automatiche, ormai in chiusura.
L'anima si deve rassegnare: l'ha perso.


Casso casso casso!! pensa Giacomo mentre corre a perdifiato lungo il viale della stazione.
"la stassione! dai dai dai, la vedo! Tra un minuto parte il treno per Ripidi, forse tse la fazzio! Sto stronso si avvitsina".
Imbocca l'entrata laterale come un razzo e si lancia giù per la rampa di scale che porta al binario 2, spingendo di lato le 4 vecchiette che occupano diligentemente qualsiasi centimetro percorribile sui gradini. Anche l'anima che lo segue fa lo stesso, provando fastidio per l'improvvisa prestazione fisica e per la fondina della pistola, troppo stretta intorno alla spalla sinistra.
Giacomo sale, senza più fiato, i gradini del binario 2, forse ce la fa.
Arriva trafelato al binario e... il treno regionale numero 123 stella! proveniente da Banana Centrale e diretto a Ripidi, delle ore "aggiustate l'orologio della stazione", arriverà con 5 minuti di ritardo. Ritarditalia si scusa per il disagio!


Ora capite perché certi tipi film non potrebbero mai essere girati in Italia, no?