giovedì 1 dicembre 2011

B. got lost!

Vorrei poter scrivere qualcosa che vi lasci senza fiato.
Vorrei, con una sequenza di numeri binari nero su bianco, riuscire a creare per voi un mondo meraviglioso, in cui tutto funziona come desiderate.
Vorrei trovare quel bottone, nascosto da qualche parte dentro ognuno di noi, che vi aiuti a rilasciarvi e a far scattare la molla che vi dia la forza di alzarvi ogni mattina.
Ma non ci riesco. Io per prima mi ritrovo senza spinta. In panne in mezzo alla mia vita: viale deserto in cui l'unica persona che mi è a fianco, il mio compagno di cammino, non può nulla per sistemare il guasto.
Perché non dipende da lui. Questo la Carrozzeria Orso non lo può sistemare. Questo devo farlo io.
Chiave inglese alla mano, devo riuscire a riavvitare i pezzi e a mettermi in marcia.
Non si tratta di disperazione o di problemi, semplicemente di un dubbio enorme che a volte mi stordisce e mi lascia smarrita: dove sto andando?
E dire che mi credevo assolta dalle mille domande simil-filosofiche che mi tormentavano, tipo romanzo settecentesco.
Invece una sera, guardando la pila delle traduzioni da fare, mi sono chiesta come mai non trovassi il tempo per lavorarci su, come mai non sentissi mai la spinta a fare di più, del mio meglio.
Mentre Orso si tuffa a capofitto nel lavoro e cerca sempre di dare il meglio di sé, io fisso il foglio bianco che è la mia vita, non sapendo bene come iniziare a scriverci sopra. E scriverci cosa?
La cosa strana è che non mi sento indietro rispetto a lui, non ho l'ansia di raggiungerlo. Sono solo triste nel vederlo al margine della strada, che mi osserva preoccupato, mentre io cerco di individuare il guasto al mio motore. Mi dispiace di farlo preoccupare per me. È così dolce.
Se soltanto avessi preso una mappa alla partenza, se soltanto avessi fatto delle scelte coscienti e oculate.
Invece, il mio astigmatismo ipermetropico si è esteso alla mia mente, non riesco a mettere a fuoco certe cose e non riesco a trovare l'intervento refrattivo che faccia al caso mio.
Ho mosso dei passi inerti e indifferenti nella direzione in cui andavano tutti, senza chiedermi quale fosse la mia uscita. Tempo niente mi sono ritrovata su un'autostrada diretta non so dove, con un paesaggio che mi lasciava incerta e ansiosa.
Adesso che mi ritrovo lungo una strada in cui ci si può fermare di lato, eccomi qui con le mani ai capelli, che mi maledico per non averci pensato prima, per non aver lasciato delle molliche di pane, non aver segnato un nome, un indirizzo, non aver capito dove stavo andando e come tornare indietro.
Sicuramente la vita è un senso unico, quindi di tornare indietro non se ne parla, ok. Ma allora dove proseguo? Vado bene di qui? Qualcuno mi può rispondere? Sapete quanto disti la mia meta? Sapete qual è?
Io non lo so e non lo sto scoprendo. Orso non me lo può dire perché ci sono io al volante della mia esistenza. Lui mi può consigliare un'uscita, ma non può certo aggrapparsi al volante e dirmi dove devo condurmi.
A volte vorrei avere il pilota automatico.