giovedì 16 luglio 2015

Tutti giù per terra!

Maledette parole e maledetto intelletto che le rende scivolose e facili alla sfuggita.
Maledette orecchie, che le captano e le trasformano in pugnalate elettriche a quel maledetto cervello, il quale le registra e le conficca nella memoria.

Il sangue ribolle e tutto sembra una presa in giro, quel girotondo che non ho mai amato da bambina, proprio perché sembrava una presa per quel culo che sbatteva sul cemento sporco di gesso. I giochi dei piccoli.

Eccoci, tutti qui a prenderci per mano e a stringerle, stritolarle, sadicamente soddisfatti del dolore infertoci.
Io non ti mollo, e insieme dobbiamo continuare in questo fottuto girotondo di bugie, menzogne e cattiverie. Quella cattiveria banale di cui siamo tutti capaci, anche se ci fa schifo ammetterlo. Quella cattiveria che riversiamo su un povero insetto che, al nostro cospetto, deve pagare l'impudenza di starci innanzi.

Inizio ad avere la nausea, visto che il girotondo non si placa e inizia, centrifugo, a rifiutare i suoi elementi. Eppure tu mi stringi ancora la mano e continui a vomitarmi addosso il tuo giocoso rancore per la vita e per tutto quello che doveva essere e che non è stato.
Ti fai beffa della mia fiducia e intrecci crudeltà fra i miei capelli, sperando così che io faccia un tonfo ancor più eclatante quando tu griderai "tutti giù per terra!".

Io non gioco più.