giovedì 10 febbraio 2011

B. Philosophical!

A volte ho come l'impressione che la vita sia quel piccolo fastidio che ti disturba mentre sei occupato a fare altro.
Quel suono confuso che non riesci a distinguere. Il rumore che ti fa vagare per casa a controllare ogni elettrodomestico con sguardo da chirurgo. "No Signor Frigo, sta bene, è solo un raffreddore".
Altre volte mi sento come se fossi seduta su un treno e gettando lo sguardo distratto al treno di fronte, ci vedessi qualcosa che potrei definire vita, pronto ad andare nella direzione opposta.
Altre volte ancora, succede che la vita lasci le persone che hai amato e tutto quello che ti resta sono domande e rimpianti. Eterni 'perché' che si preparano ad accompagnarti ovunque andrai. Il sorriso nella foto di un volto che non rivedrai mai più.
Ma poi, quando lasci cadere le braccia rassegnate, ecco che una manina, così piccola da sembrare finta, ti stringe il dito e ti assicura che la vita ce l'hai davanti, dentro, tutta intorno. Che la vita sei tu e che non conta nient'altro.
Ti ho amata fin da quando mi hanno detto che saresti arrivata, ti ho aspettata cercando di immaginarti, di darti una voce, un nasino, due occhi. Ti ho attesa con calma, con impazienza, con euforia, con distacco (quando dormivo). Non appena ho sentito il battito del tuo cuoricino ho avuto la certezza che non esisterà mai melodia più perfetta.
Sei arrivata in tempo per salvarmi da me stessa e per questo ti sarò sempre grata.
Benvenuta, piccola mia.


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